Foto di Matteo Franchi
Direttore del Museo di Storia Naturale della Maremma. Socio fondatore della European Citizen Science Association (ECSA) e membro del Board of Directors dal 2014 al 2020. Dal 2016 membro del panel di esperti per la selezione di progetti di Citizen Science in Austria. Nel 2023 membro del Jury internazionale della Commissione Europea per il primo “European Union Prize for Citizen Science”. Rappresentante per l’Italia nel Working Group “Science Communication” del G7. Coordinatore del Tavolo sulla Citizen Science di NBFC.
Sommario
Dare rilievo all’interfaccia tra scienza e società per uscire dalla crisi.
Parole chiave
Citizen Science, partecipazione pubblica.
Summary
Invest on the interface between science and society to overcome the crisis.
Keywords
Citizen Science, public participation.
Introduzione
Viviamo in un momento storico caratterizzato da molteplici sfide ambientali, sinteticamente, ma a tutti gli effetti, definibili come “crisi”. Cambiamenti climatici, inquinamento (atmosferico, dell’acqua, del suolo, degli alimenti, …), perdita di biodiversità e riscaldamento globale sono fattori reali, tra loro interconnessi, che esercitano un crescente impatto sul nostro futuro e su quello del nostro pianeta. Negli ultimi decenni è tuttavia cresciuta la consapevolezza dell’esistenza e della rilevanza di queste crisi, assieme all’esigenza di trovare strumenti per contrastarle o, quanto meno, comprenderle meglio, al fine di individuare possibili soluzioni. Sono così cresciute e si sono sviluppate forme di partecipazione pubblica alla produzione di conoscenza, riconducibili alla cosiddetta “scienza dei cittadini” o “scienza partecipata”, più comunemente nota con il termine di Citizen Science (CS). Persone di varie età, formazione ed estrazione sociale hanno in questo modo la capacità di contribuire alla comprensione dei fenomeni che ci circondano, acquisendone al contempo maggiore consapevolezza. Questo processo coinvolge un numero sempre più ampio di persone, agevolato anche dal rapido sviluppo della tecnologia, che delinea orizzonti e opportunità fino a poco tempo fa impensabili. Il web è oramai da tempo un elemento imprescindibile di aggregazione, formazione ed erogazione di servizi, con potenzialità applicative in rapida crescita. La capillare diffusione dei cellulari di nuova generazione consente di realizzare con semplicità azioni impensabili solo fino a pochi anni fa, come connettersi ad internet quasi in ogni luogo, registrare le coordinate geografiche di un punto, scattare foto georeferenziate, gestire applicativi specifici (anche con componenti di intelligenza artificiale), collegare sensori sempre più precisi, ecc. L’insieme di questi elementi ha fornito un decisivo impulso verso una crescente integrazione tra scienza e società.
Come nasce la Citizen Science
Sebbene percepita spesso come fenomeno recente, la citizen science come necessità da parte dell’uomo di comprendere i fenomeni naturali attraverso la loro osservazione e la raccolta di dati ha tuttavia profonde radici nel passato, anche remoto. In tempi più vicini ai nostri, mentre nascevano e si strutturavano le prime società scientifiche, alcuni personaggi illustri (primo fra tutti Charles Darwin) si occupavano con competenza di scienza, pur non essendo di fatto “scienziati di professione”. Erano una sorta di precursori, seppure in un contesto sociale, politico e scientifico molto diverso, del grande movimento di coinvolgimento attivo dei cittadini che avrebbe caratterizzato i nostri tempi. Circa 50 anni fa K. Mellanby (1974), Editore della rivista internazionale Environmental Pollution, affermava in modo lungimirante che non dovrebbero essere solo gli scienziati e i Governi ad essere coinvolti nel monitoraggio, ma la comunità nel suo insieme, in particolare i giovani. Il termine Citizen Science sarebbe stato introdotto formalmente per la prima volta circa venti anni dopo, ovvero esattamente 30 anni fa, nel 1995, dal sociologo Alan Irwin nel suo libro omonimo, divenuto poi pietra miliare del settore. L’autore, anticipando il movimento che avrebbe poi goduto in tempi più recenti di un grande successo, si riferisce tra l’altro alla riflessione che persone “ordinarie” possono essere detentrici di conoscenze di dettaglio su problematiche e/o fenomeni ambientali, essenziali alla loro più completa comprensione. Non solo. Il loro coinvolgimento nel processo di produzione di conoscenza e nella comunicazione dei risultati costituisce la base per realizzare appieno la “democratizzazione della scienza” da più autori richiamata. Inoltre, come l’autore afferma, rimane valido l’assioma che: “scientific rationality without social rationality remains empty, but social rationality without scientific rationality remains blind” (Irwin, 1995). Sono occorsi alcuni decenni, alla società e al mondo accademico, per maturare un cammino condiviso; oggi il coinvolgimento di volontari in attività di scienza partecipata rappresenta una realtà in crescita, con ottime prospettive di sviluppo.
Il valore scientifico della Citizen Science
La validità di un progetto scientifico dipende dalla qualità delle sue componenti, all’interno di un ciclo che include un’ipotesi da testare, una raccolta dati, la verifica delle informazioni, un processo analitico di interpretazione e la pubblicazione dei dati. Ciò non costituisce un’esclusiva prerogativa della scienza tradizionale, ma caratterizza anche la CS. L’applicabilità ed il successo di un progetto di CS risiedono inoltre nella capacità dei ricercatori di progettare in maniera partecipata le diverse fasi della ricerca, garantendo al contempo gli stessi livelli di replicabilità, affidabilità e robustezza del processo scientifico ufficiale (Bonney et al. 2014). Lavori di sintesi prodotti negli ultimi anni hanno definito il livello di affidabilità e di applicabilità della CS in base all’ambito in cui è sviluppata l’ipotesi di ricerca, portando esempi concreti (Tweedle, 2012; Roy, 2012; Pocock, 2014).
Progetti a lunga durata e ad ampio respiro riguardano il ruolo esercitato dai cambiamenti globali sulla biodiversità. Già un decennio fa oltre 380 progetti di citizen science sulla biodiversità hanno visto la partecipazione di oltre 1,3 milioni di volontari, mettendo in evidenzia l’impatto che la CS può avere a livello globale, ma anche la necessità di ampliare le connessioni tra citizen science e la scienza tradizionalmente concepita (Theobald, 2015).
Gli attori della Citizen Science
Uno dei punti di forza della CS è certamente rappresentato dalla sensibilità che ciascun cittadino possiede in campo ambientale e che vuole sviluppare in termini di acquisizione di conoscenze e partecipazione attiva. Indagini condotte in diversi contesti dimostrano che sono molti i motivi per cui si può decidere di aderire ad un progetto di CS. La maggior parte dei citizen scientists svolgono la loro attività a beneficio della collettività ed accettano, come vantaggio, la possibilità di ampliare la loro socializzazione, realizzare nuove amicizie, acquisire nuove abilità e migliorare le proprie conoscenze. Ne traggono vantaggio la qualità della vita e il benessere individuale dei partecipanti, elementi per i quali si registra un positivo coinvolgimento a favore della sostenibilità.
Moltissime persone sono oggi impegnate nella raccolta, organizzazione, trascrizione e analisi di dati scientifici. Numerose sono anche le tematiche sulle quali è rivolta la loro attenzione: da quelle che riguardano i microbiomi agli insetti, dalla qualità dell’acqua ai corpi galattici. In questo ambito istituzioni scientifiche a diretto contatto con il pubblico, come i musei di storia naturale, giocano un ruolo centrale per la promozione di attività di scienza partecipata e lo sviluppo di nuove forme di coinvolgimento collettivo (Sforzi et al. 2018). Sotto molti aspetti si tratta di una sorta di “cambiamento di paradigma”, che comporta il passaggio da un atteggiamento passivo (fin troppo comune nella nostra società, a partire dall’ambito scolastico) ad azioni attive che contribuiscono a costruire una percezione diretta e personale dei fenomeni indagati. Ciò si traduce nella necessità che venga fatto un passo in avanti sia dai ricercatori (nella direzione di disponibilità al dialogo e della messa a punto di strumenti di semplice utilizzo) sia dai partecipanti (investendo tempo ed energie nel migliorare e intensificare il proprio apporto). Un vero punto di incontro tra due complessità: quella del modo scientifico e quella che caratterizza la società.
Alcune riflessioni finali
La Citizen Science include un sempre più ampio ventaglio di progetti in molti settori delle scienze, a cui chiunque può prendere parte attivamente. Oltre a fornire opportunità e strumenti (anche) per affrontare le crisi ambientali, la partecipazione attiva al processo scientifico svolge un ruolo civico e culturale, sensibilizzando la società verso le tematiche scientifiche, sviluppando un maggior senso civico e atteggiamenti più rispettosi dell’ambiente, rendendo consapevoli i partecipanti che la salvaguardia ambientale passa anche attraverso la conoscenza. In estrema sintesi possiamo affermare che le sfide sempre più complesse del nostro presente e futuro trovano nella CS una soluzione per affrontare le crisi e fornire conoscenze potenzialmente utili alla loro soluzione o mitigazione.
Bibliografia
Bonney R, Shirk J.L., Phillips T.B., Wiggins A., Ballard H.L., Miller-Rushing A.J., Parrish J.K., 2014. Next steps for Citizen Science. Science, 343:1436-1437.
Irwin A., 1995. Citizen Science: A Study of People, Expertise, and Sustainable Development. Routledge, Londra, 212 pp.
Mellanby K., 1974. A water pollution survey, mainly by British school children. Environ Pollut. 6: 161–73.
Pocock M.J.O., Chapman D.S., Sheppard L. J. & Roy H.E., 2014. Choosing and using citizen science: a guide to when and how to use citizen science to monitor biodiversity and the environment. NERC/Centre for Ecology & Hydrology.
Roy H.E., Pocock M.J.O., Preston C.D., Roy D., Savage J., Tweddle J.C. & Robinson L.D., 2012. Understanding Citizen Science and Environmental Monitoring (pp.179).
Sforzi A., Tweddle J., Vogel J., Lois G., Wägele W., Lakeman Fraser P., Makuch Z. &Vohland K., 2018. Citizen science and the role of natural history museums. Citizen Science Innovation in Open Science, Society and Policy, 10/2018, UCL Press: pages 429-444.
Theobald E.J., Ettinger A.K., Burgess H.K., DeBey L.B., Schmidt N.R., Froehlich H.E., Wagner C., HilleRisLambers J., Tewksbury J., Harsch M.A., J.K. Parrish, 2015. Global Change and Local Solutions: Tapping the Unrealized Potential of Citizen Science for Biodiversity Research. Biological Conservation, 181: 236-44.
Tweddle J.C., Robinson L.D., Pocock, M.J.O. & Roy H.E., 2012. Guide to citizen science: developing, implementing and evaluating citizen science to study biodiversity and the environment in the UK. Natural History Museum and NERC Centre for Ecology & Hydrology for UKEOF. 1-36.