In questo numero abbiamo pensato di raccogliere una serie di contributi sul tema della Relazione provando come al solito a originare riflessioni trasversali sui diversi aspetti del problema. Sono state toccate tematiche metodologicamente centrali per il periodo che stiamo vivendo; una particolare attenzione è stata posta alla centralità della cura nella relazione nei diversi approcci disciplinari. I contributi non riguardano solo la metodologia ma anche aspetti pratici; in qualche caso l’autore racconta il proprio percorso di ricerca personale.
Gli autori provengono da ambiti disciplinari diversi, come ad esempio quello pedagogico: Proposta di un curriculo democratico di Educazione civica e percorso interculturale (Langer), Connessioni tra medicina narrativa e scienze della complessità (Scardicchio), Relazione nell’apprendimento e co-costruzione di conoscenze (Farina); quello della psicologia: Relazione primaria in particolare rapporto madre-figlia (Cima); quello sanitario/psicoterapico: un approccio transculturale al concetto di diagnosi (Barbetta), Crisi della figura del medico e crisi della relazione medico paziente (Scarponi); quello delle Scienze: Relazione come premessa necessaria per interpretare il Riscaldamento globale, in particolare quello degli oceani, considerando il tema dei cosiddetti Punti Critici (Artale, Giovambenedetti, Lo Bue); La rete della vita darwiniana e i diversi approcci alle relazioni tra viventi e uomo in T. H. Huxley e P. Kropotkin (Narducci); quello della Tecnologia: Un focus sul nesso relazionale ricorsivo in cui oggi si è coinvolti utilizzando il digitale: potere, piacere, disparità, visione, rischio (Dinelli) e quello scientifico/sociologico: Il concetto di Relazione in Gregory Bateson tra essere e divenire con attenzione al Sacro (Ruffilli, Testi); Snodi concettuali dell’idea di relazione in Bateson, Pandemia come primo evento ecopolitico per l’uomo (Manghi); Etnografia come disciplina trasversale in grado di relazionare democraticamente i cittadini (Sclavi).
La condivisione di un comune approccio nei diversi saggi appare evidente: la visione sistemica, che considera che “prima viene la relazione”, non coglie solo aspetti disciplinari ma spazia in aree diverse riuscendo a cogliere attraverso connessioni originali la complessità dei temi.
La Redazione spera quindi che questa monografia rappresenti una fertile occasione di connessione fra il lettore e l’approccio sistemico alla conoscenza e alla vita. Un approccio di cui tutti noi sentiamo profondamente bisogno in un periodo di cambiamento e di forti crisi sociali ed ambientali affrontate non sempre nel modo migliore.
Infine, ringraziamo tutti gli autori che hanno contribuito in maniera rigorosa e appassionata alla realizzazione di questa raccolta di scritti, così come anche Donatella Amatucci che si è presa cura della traduzione dall’italiano in inglese di alcuni Sommari, e Giuseppe Conte che ha supervisionato gli aspetti tecnici della pubblicazione presso il website dell’AIEMS (www.aiems.eu).
Giorgio Narducci, Sergio Boria e la Redazione
Vincenzo Artale,
Beatrice Giambenedetti,
Nadia Lo Bue
Il tema dei cambiamenti climatici è strettamente legato al concetto di relazione. Comprendere cosa si intenda per "relazione" è dunque la premessa metodologica necessaria. Il sistema climatico è un sistema complesso e caotico, lontano da un equilibrio termodinamico, multi-scala, multi-variabile, multisistema e multi-connesso. Un sistema che ne contiene altri al suo interno, anch’essi intrinsecamente complessi, in una stratificazione infinita di relazioni. Parlare di clima implica una riflessione antropocentrica sulla relazione tra umano e non-umano, sia in ambito scientifico che in un contesto più esteso ed olistico. Questo invita a considerare non solo come adattarci ai cambiamenti climatici, ma anche comprendere come farlo rispettando le interconnessioni tra tutti i componenti dell’(eco)sistema. Questo saggio esprime una riflessione sulle relazioni tra i vari aspetti del Riscaldamento Globale, inteso spesso come fenomeno unico, tenendo invece conto delle interazioni, sia dal punto di vista strutturale che sistemico.
Nel seguente saggio definirò l’approccio transculturale alle diagnosi. Il campo sistemico rifiuta la diagnosi come abusiva verso il “paziente designato”. Alcuni terapeuti familiari riscoprono la “diagnosi relazionale”. Dietro queste pratiche c’è l’idea di “struttura di personalità” o “struttura familiare”. È intenzione di questo lavoro introdurre una pratica diagnostica differente fondata sull’idea che dia-gnosis crea differenza che crea una differenza.
Laura Cima
L'attenzione è focalizzata sulla relazione primaria, in particolare quella tra madre e figli, che è spesso trascurata nella filosofia ma che è fondamentale nella vita. Questa relazione porta con sé un carico di empatia e cura che ha sempre sostenuto il mondo e permesso la riproduzione delle società umane e di altre specie.
Pensare in termini di relazioni è cruciale rispetto alle tecnologie digitali. L’articolo dipana vari aspetti del nesso in cui gli users sono coinvolti nel rapporto con le aziende cibernetiche e connesse: natura interattiva e continua della relazione, appetibilità dei servizi offerti e gratuità, disparità di competenza e conoscenza, accettazione del rischio, condivisione della ‘vision’ dominante.
Francesco Farina
Lo studio del concetto di relazione educativa nella scuola parte dalla comparazione tra la concezione dì relazione educativa, di matrice cartesiana newtoniana e la concezione di relazione educativa luogo di co-costruzione di significati condivisi, quale si afferma a metà degli anni ’60. Dal confronto emerge il nucleo essenziale di tale trasformazione: il cambiamento che avviene nel concetto di “relazione” Vengono affrontati i problemi relativi alla relazione educativa nella modernità e alla evoluzione che tali problemi hanno subito nel passaggio dalla modernità all’epoca postmoderna, cercando di mettere in evidenza ciò che oggi rende problematica la relazione educativa. Si mette in evidenza l’attualità della proposta avanzata di un nuovo paradigma educativo fondato sulla pratica dell’aver cura e si sviluppa l’idea che il paradigma della pratica dell’aver cura si possa meglio applicare adottando il pensiero complesso, definito da E. Morin come un pensiero adeguato alla comprensione delle dinamiche esigenze dell’interdipendenza planetaria.
Per sostenere ragazzi e ragazze nel trovare la propria voce in una società che li margina-lizza, nella ricerca presentata si è sviluppato un curricolo democratico di educazione civi-ca attualmente in uso in una scuola secondaria di primo grado. Dopo la descrizione degli elementi costitutivi del curricolo, si approfondirà il percorso interculturale compiuto da una classe prima. Occorre una pedagogia impegnata, dialogica e intersezionale per af-frontare in maniera condivisa le sfide del contemporaneo.
Sergio Manghi
L’articolo è diviso in tre parti. Nella prima sono discusse le sfide dell’incontro formativo con l’idea di relazione sviluppata da Gregory Bateson. Nella seconda vengono enucleati gli snodi concettuali principali di questa idea. Nella terza questi snodi vengono implicati in una breve analisi del trauma pandemico planetario, visto come primo evento ecopoliti-co totale della storia umana.
Giorgio Narducci
Attraverso il pensiero dei Taccuini e di alcune opere di C. Darwin e di altri autori si tenta una riflessione sulle diverse concezioni della rete della vita, considerando le visioni di T. H. Huxley e P. Kropotkin.
Lucilla Ruffilli,
Giulia Testi
Un tentativo di mettere in fila il pensiero di Gregory Bateson sperando di non danneggiarne la trama. Il testo si interroga sull’incontro tra materia e processi mentali. Emerge l’idea di relazione come fondamento che fa essere e divenire chi vi partecipa, generando vincoli e possibilità. Riflessioni intorno alla struttura che connette e al sacro.
Antonia Chiara Scardicchio
Il saggio si interroga sul nesso tra cura e relazione a partire da un focus particolare, ovvero muovendo dalle connessioni tra medicina narrativa e scienze della complessità ne mette a fuoco la fondazione epistemologica, irriducibile alla sola questione metodologica che secondo alcuni si configurerebbe come “tecnica della comunicazione”. Più in particolare, lo studio parte considerando dialetticamente la visione di Cavicchi secondo la quale la Medicina Narrativa “ignora il potere performativo delle parole”, argomentando altresì come approccio sistemico e posizionamento narrativo siano invece legati a doppio filo con la prospettiva propria del Trasformative Learning e dunque radicati proprio sulle potenzialità trasformative della relazione cosiddetta “autentica”.
La crisi della figura dell’essere medici è una crisi della relazione medico paziente che riguarda soprattutto la medicina di famiglia che più di tutte paga le conseguenze di una “società liquida”. Da una medicina basata sui bisogni ad una medicina dei desideri indotta da Big Pharma e dalla gestione neoliberista della sanità.
L'etnografia come disciplina non specialistica a cavallo tra letteratura, scienza e senso comune, il suo ruolo nel superare il pensiero razionalistico e lineare della modernità e nell'instaurare una democrazia basata sul dialogo tra cittadini e tra saperi. Il contributo pionieristico di due dissidenti dell'antropologia: Gérard Althabe e Gregory Bateson.